Il gioco dei Riflessi:
progetto Nikon
foto G.Scala

Rome | 2023

OUR ROLE

Fornire una chiave di lettura sul mondo dei riflessi attraverso le foto di Giorgio

OUR CLIENTS

Nikon School Italia

OUR MISSION

Ispirare le nuove generazioni di fotografi  ed insegnare loro quanta tecnica e quanto di personale si cela dietro la produzione di un’immagine

L’acqua, specchio primordiale

Quello tra Giorgio Sala e Nikon è un rapporto più che consolidato. Una lunga storia d’amore che dura da 40 anni, da quando Giorgio ha iniziato a scattare con le sue prime macchinette fotografiche di casa Nikon;  oggi, dopo una carriera passata insieme sui bordo vasca di centinaia di piscine, ed una vita di viaggi intorno al mondo, sempre insieme, è stato un piacere collaborare, ancora una volta, ma in una veste leggermente diversa.

Nikon School Italia propone per I Grandi Manuali del Corriere della Sera, la collana:  “Accademia di Fotografia”, con l’intento potenziare la cultura fotografica dei lettori.

30 volumi dedicati a 30 diversi generi e percorsi professionali, nei quali 60 fotografi, attraverso i loro scatti, raccontano come hanno sviluppato le proprie tecniche ed insegnano l’arte della fotografia.

La richiesta tematica di Nikon per Giorgio, Il gioco dei riflessi, individua un tema che coinvolge uno degli elementi che maggiormente hanno condizionato e guidato la sua carriera fotografica, ovvero l’acqua.

Anche una sola goccia, ma sarà diversa da qualsiasi altro scatto.

Giorgio Scala

“Uno dei test ai quali vengono sottoposti gli animali per stabilire se hanno coscienza di sé consiste nel metterli davanti ad uno specchio. Il primo riflesso che il genere homo abbia preso in considerazione è sicuramente la propria immagine riflessa nell’acqua, specchio primordiale. Narciso affoga nel fiume che gli ritorna le sue bellissime forme in una immagine di perfetta somiglianza. Con un imprinting così antico, è ovvio che la nostra attenzione, prima di esseri umani e poi di fotografi, venga attratta dai riflessi. Che si
tratti di acqua, che nel mio lavoro è una parte irrinunciabile, fungendo da culla e sostegno degli sport acquatici, oppure di altre superfici riflettenti, la luce colpisce la fotocamera e i nostri occhi in maniera indiretta, ma senza subire grandi deformazioni. L’increspatura di oggetti lucidi comporta invece svariati effetti: deformazioni, scintillii, ombre, silhouettes. Sono effetti non sempre prevedibili, rendendo difficile <> un’immagine, favorendo così lo spirito del fotoreporter, colui che coglie l’attimo.
Ma non è sempre così. In alcuni casi è possibile prevedere gli effetti della luce, oppure cogliere una particolare condizione di illuminazione e concentrarsi su di essa nella speranza che si sviluppi in scatti di impatto.”

Non appena gli atleti rompono la superficie, le onde si propagano, prima deformando e poi cancellando la specularità.

Giorgio Scala

Quando si parla di sport acquatici, molto spesso si tratta di eventi che si svolgono in una piscina, o in uno
specchio d’acqua limitato. L’inizio della manifestazione o la sua ripresa dopo un’interruzione (ad esempio le
cerimonie di premiazione che intervallano le varie finali) si svolgono con l’acqua completamente ferma. E’
quindi da valutare se sia possibile muoversi intorno alla vasca per cogliere il riflesso speculare sull’acqua.
Non appena gli atleti rompono la superficie, le onde si propagano, prima deformando e poi cancellando la specularità.
Nell’utilizzare una qualsiasi superficie riflettente, bisogna porre particolare attenzione alla messa fuoco. La reale distanza del soggetto è quella del soggetto stesso, non della superficie che la riflette. Qualora questa non fosse sufficientemente grande da riempire il punto (o i punti) di messa a fuoco, si rischia che la fotocamera prenda la distanza sulla superficie riflettente e non sul soggetto, il quale risulterà sfocato.
A questo problema, in presenza di luce sufficiente, si potrebbe rimediare con la chiusura del diaframma e il conseguente aumento di profondità di campo. Non è detto però, specialmente usando lenti lunghe, che la DEF (depth of field – profondità di campo) sia sufficiente a mettere a fuoco sia il soggetto che la superficie riflettente. Inoltre, con la chiusura del diaframma aumenta il contrasto, che potrebbe rivelare in maniera più evidente le possibili imperfezioni del riflesso.
Le immagini qui presentate sono il frutto sia di ragionamenti tecnici come quello appena esposto, che figlie di situazioni e occasioni. Il muso dell’orso polare riflesso tra i ghiacci dell’artico non poteva essere previsto, così come il meteoroide bel cielo notturno di Djibouti.

Esistono luoghi estremi dove imponenti scogliere permettono di avere lo stesso punto di vista di un drone

Le immagini che non sono solo frutto ne’ di accurata pianificazione, ne’ della capacità di cogliere l’attimo
sono rappresentate dalla palla contesa dell’inizio della partita di pallanuoto e dallo scatto quasi aereo preso
dal castello di Bled, in cima ad una rupe che cade a picco sull’ omonimo lago Sloveno.

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